Mi ha colpito molto l'intento giornalistico di Gaston Leroux nel romanzo.
Il fantasma dell'Opera è esistito o no? Pare che il tema gli prema molto, ma non solo; pare che, in base a una scrupolosa documentazione epistolare e archeologica, egli affermi di sì. Non avrei mai immaginato che riservasse tutto questo spazio alla verità storica; credevo che il libro del Fantasma dell'Opera fosse solo in fin dei conti un semplice romanzo; invece perfino nel racconto, sostituisce all'elemento narrativo e creativo le testimonianze scritte dei personaggi.
Del resto, sappiamo che questo autore era un giornalista, prima ancora che uno scrittore; non ci dovrebbe sorprendere questo intento. Tuttavia, devo dire che, almeno a me, questa ossessiva intenzione di dimostrare la realtà storica dei fatti che va raccontando nel corso della trama, ha dato un po' fastidio. Mentre si inarca in realistiche descrizioni o in suggestivi dialoghi, ecco che improvvisamente specifica che qualcuno ha testimoniato che il fatto è veramente accaduto e che la prova è qui, è lì, etc, anche se non vi crederanno. Insomma, è un romanzo o un trattato?
Voi che ne pensate? Credete che abbia molto a perdere questo romanzo gotico per uno scrittore, che prima ancora che scrittore vuole essere anzitutto giornalista? Anche a voi ha dato fastidio questo continuo appellarsi a fonti storiche durante la narrazione? Apprezzate gli studi e le ricerche di Leroux, raccontati ampiamente nel prologo e nell'epilogo, sull'effettiva esistenza del fantasma dell'opera, o le considerate perdite di tempo?
Ma soprattutto, alla base di questi dati che ci sottopone... voi credete alla sua esistenza?